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domenica 30 settembre 2007

Ricomincia l'ACR

Sabato 6 ottobre
Ore 14:30
Nel sottochiesa

Ricomincia l’ACR

Quest’anno sarà aperta a tutti i bambini nati
dal 2001 al 1994




per vedere gli altri appuntamenti clicca sul calendario a destra

AZIONE CATTOLICA A TERRANEGRA

Nel 1976 a Terranegra, come in tante parrocchie, l’AC era una realtà presente e consolidata nel settore adulti mentre non era manifesta la presenza associativa di giovani e fanciulli anche se l’ACR datava la sua nascita al 1969.

Lo strutturarsi del nuovo volto di Parrocchia, dovuto sia all’arrivo di nuove famiglie in particolare giovani che all’arrivo della comunità francescana a guida della chiesa, favoriscono l’inizio pur informale dell’ACR.

Gia nel 1979 un piccolo gruppo accompagnato dall’allora parroco partecipa al Carrefour nazionale a Roma.

In breve il gruppo aumenta, consolida l’appartenenza all’associazione condividendo e facendo propri gli obiettivi, le finalità e gli itinerari propri dell’ACR.

Gli educatori, costituiti da un gruppo di adulti-giovani, che già appartenevano in luoghi diversi all’AC, supportano il cammino in stretto collegamento con alcune parrocchie vicine e con la diocesi.

Grande aiuto in quei primi anni viene da una religiosa canossiana che dedica tempo ed amore alla nostra comunità parrocchiale.
Iniziò in quegli anni la prima esperienza dei campi diocesani di San Giovanni in Loffa.

Il gruppo ACR intanto diventa sempre più visibile in parrocchia, vive con entusiasmo gli itinerari ed ampli gli orizzonti proseguendo con il cammino giovanissimi e giovani di AC: alcuni ex-acierrini cresciuti diventano i nuovi educatori.

Dagli anni 90 l’ACR è punto di riferimento per molti ragazzi dai 6 ai 14 anni, riesce a coinvolgere nel cammino anche i genitori dei ragazzi stessi mentre impoverisce la presenza di giovanissimi.

Cos’è l’Azione Cattolica?

Il Signore chiama i laici a vivere coerentemente con la fede cristiana, a partecipare alla nuova evangelizzazione della società. L'Azione Cattolica aiuta a rispondere a tale chiamata. E' una proposta formativa per i laici. Aiuta a star dentro il nostro tempo con amore, con responsabilità e senza timidezze.

Accompagna stabilmente la persona lungo le tappe della sua vita. Ha a cuore la crescita armoniosa. Aiuta a conoscere, amare, vivere e servire nella propria comunità parrocchiale. Sostiene nella vita quotidiana, nella famiglia, nell'educazione dei figli, nel lavoro, nella scuola, nel tempo libero, nella professione, nello sport, nell'impegno sociale e politico il cammino di santificazione del laico per il bene della Chiesa e del mondo.

Quale metodo educativo si prefigge?

La formazione è stata da sempre il cuore del nostro servizio: formazione come spazio in cui ogni persona può guardare in faccia i valori grandi della libertà e della verità, della giustizia e della solidarietà. Si impara a vivere da discepoli del Signore, ad amare la Chiesa e a servire la domanda di vita di ogni persona.

L'impegno formativo dell'AC si colloca in sintonia e continuità con quello della Chiesa più in generale e si sviluppa secondo linee specifiche e particolari: è esperienza comunitaria e intende promuovere legami socialmente ed ecclesialmente significativi; è scuola permanente per la maturità cristiana dei laici; è luogo di incontro, di mediazione e di riferimento per l'impegno dei laici nella storia.

STORIA DELL'AZIONE CATTOLICA

Nel 1867 Mario Fani e Giovanni Acquaderni danno vita alla “Società della Gioventù Cattolica Italiana”, che molti anni dopo prende il nome di Azione Cattolica. Il motto che sostiene il loro impegno, “preghiera, azione, sacrificio”, racchiude il programma cui si ispirano: la devozione alla Santa Sede, lo studio della religione, la testimonianza di una vita cristiana, l’esercizio della carità.

Nel 1923 si procede a ristrutturare complessivamente l'Associazione.
L’Azione Cattolica viene costituita in 4 sezioni: la Federazione Italiana Uomini Cattolici, la Società Gioventù Cattolica Italiana, la Federazione Universitari Cattolici Italiani, l’Unione Femminile Cattolica Italiana.

L’Azione Cattolica, durante il periodo fascista, è l’unica realtà extraregime che possiede la legittimità di operare in maniera più o meno autonoma.
Nel 1931 Mussolini, contravvenendo agli accordi precedentemente sanciti, ordina la chiusura dei circoli dell'AC; egli, infatti, coglie e teme la minaccia insita nell’attività formativa da essi svolta. I rapporti tra cattolici e regime si incrinano definitivamente dopo il sodalizio tra l’Italia e la Germania nazista.

All’indomani del secondo conflitto mondiale, la voglia di rinascita si unisce al desiderio, espresso in forme diverse nella società italiana, di ricostruire le basi democratiche del Paese. Risulta prezioso il contributo offerto dall’AC, e nello specifico dagli universitari ed intellettuali cattolici, alla stesura della Carta Costituzionale.
Negli anni del dopoguerra cresce il numero di adesioni: nel 1943 gli iscritti sono circa 2.500.000 e giungono nel 1959 a 3.372.000.

Il Concilio Vaticano II si fa interprete dell’ansia di rinnovamento che la anima. L’evento conciliare legittima pienamente il mandato alla missionarietà dei laici e, per la prima volta, parla espressamente dell’AC come scuola di formazione per un laicato responsabile, che fa proprio il fine apostolico della Chiesa.

Sono gli anni della presidenza nazionale di Vittorio Bachelet.
Nel 1969 l’AC si dà un nuovo statuto, nel quale si organizza la vita associativa attorno a due settori: giovani e adulti. Si ribadisce, altresì, la necessità, come associazione, di mettersi a servizio della Chiesa locale.
Prende corpo l’intuizione educativa dell’AC, l’ACR; facendo leva sul taglio esperienziale, si inaugura un modo nuovo di fare catechesi. Matura con maggiore consapevolezza il fatto che l’attenzione educativa debba trasformarsi in stile ed esperienza di tutta quanta l’associazione.

A metà degli anni ’80 si dà vita alla stesura del Progetto formativo apostolico unitario e si definiscono le metodologie ed i cammini formativi per le diverse età.

Il nuovo millennio si apre con una carica di novità e con una forte tensione verso il rinnovamento dell’associazione.
Durante l’Assemblea Straordinaria del 2003 si approva lo statuto aggiornato e si avverte l’urgenza di riscrivere il Progetto formativo, affinché il servizio alle singole comunità locali sia il riflesso di una Chiesa che sappia “inter-cedere”, sollecitando le domande di vita degli uomini e delle donne di questo inizio millennio.

mercoledì 26 settembre 2007

AC Adulti a Verona


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AC Giovani a Verona


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ACR a Verona

SuPerStrada, Con Te!

IL BRANO BIBLICO - MATTEO 28, 16-20

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

LA DOMANDA DI VITA: PROSSIMITA' /ACCOGLIENZA


La domanda di vita di quest'anno, nella ciclicità collegata al triennio della categoria, è una domanda di prossimità - accoglienza, nel nostro caso ''storicizzata'' attraverso il taglio dell'essere chiesa missionaria che desideriamo caratterizzi la proposta 2007-2008.

Questa domanda racchiude in sè l'idea di chi si trova inserito nella realtà quotidiana, così varia, frenetica, contraddittoria, a volte problematica, della quale ciascuno certamente non ha totale consapevolezza, ma in cui ogni ragazzo cerca di percepire il suo compito nel quotidiano e l'importanza della sua presenza nella realtà. Si tratta della tipica situazione in cui il ragazzo sente di essere uno tra tanti, una persona in mezzo a tante altre, ma chiede di avere un ruolo, di comprendere il senso della sua presenza nei luoghi in cui vive, di prendere parte insieme agli altri alle situazioni quotidiane, nè da persona in primo piano, nè da spettatore, ma da corresponsabile. L'appartenenza del singolo ad un gruppo, ecclesiale o no, alla comunità cristiana non è esclusiva, ma comprende anche lui e lui si scopre parte indispensabile di un'unità più grande.

SUPERSTRADA, CON TE!

Su, forza, andiamo..! Chissà quante volte, dai nostri genitori, ci saremo sentiti ripetere questa frase quando eravamo ragazzi... magari perchè ci pesava muoverci dal luogo dove eravamo o perchè proprio non ci andava di camminare! Proprio questo invito a ''muoversi'' - ovviamente con toni e contenuti diversi - ci aiuterà, in questo anno associativo, a camminare spediti sulle strade della nostra vita.

Su, per strada! E' l'invito ad uscire dalle nostre certezze per andare incontro all'altro, per testimoniargli, con gioia nel cuore, tutto il nostro amore per il Signore! E' un invito rivolto a tutti i ragazzi dell'Acr perchè possano prendere consapevolezza di essere, come gruppo, missionari tra i loro coetanei, portando la gioia e la freschezza dell'essere amici con Gesù a tutti coloro che incontrano. Con te: perchè questa esperienza non va fatta da soli, e con la certezza della compagnia del Signore.

La strada


La strada è il luogo in cui ci si incontra o semplicemente ci si incrocia; è il luogo in cui si sta insieme o si passa dritti senza neppure guardarsi in faccia; il posto in cui si condividono giochi, discorsi, passeggiate, litigate, gioie, informazioni, ecc o non si condivide nulla, se non il percorso che ci porta a raggiungere una destinazione; è il posto in cui si impara a relazionarsi o si rimane soli con se stessi.


La strada rappresenta il luogo dell'ordinarietà, della quotidianità, è il raccordo tra la nostra casa e le altre case; le nostre certezze, abitudini, preoccupazioni e il resto del quartiere, nei confronti del quale magari nutriamo un certo sospetto; è il raccordo tra la soggettività di ciascuno e il resto del mondo; è la possibilità che mi viene data affinchè possa crescere con gli altri e prendere consapevolezza del mio io.
Paradossalmente la strada diventa anche il luogo in cui ci si può perdere, in cui la realtà si presenta nella sua forma più spietata, dove la logica della violenza regna sovrana ...


All'interno dei percorsi evangelici la strada è fondamentale: è il luogo in cui Gesù incontra le persone, le chiama, annuncia loro la salvezza, ma è anche il luogo in cui si cammina verso la Pasqua, dove i discepoli crescono nella conoscenza di Gesù, nella qualità della sequela.


Infine è il luogo in cui preparare l'incontro con Gesù: la strada è il luogo che dice la possibilità di un'esperienza di fede reale, un'esperienza di fede ordinaria che va oltre i recinti (spazio-temporali) del sacro. Non esiste un'unica strada, ma in ognuna di esse si può fare esperienza di Chiesa e incontrare Gesù nel prossimo... L'idea di Chiesa che il ragazzo sperimenta quest'anno è una Chiesa aperta, i confini della quale diventano invisibili, la Chiesa appare priva di porte e finestre, uno spazio che si espande sul territorio accogliendo ciò che esiste intorno e in cui la strada stessa diventa parte della Chiesa.

La strada che vogliamo intendere è sicuramente una strada reale, un luogo concreto, che appartiene alla vita quotidiana in cui i ragazzi si incontrano, fanno esperienza, sbagliano, imparano, intrecciano relazioni, superano alcune paure, diventano più forti o più vulnerabili, imparano a discernere il bene dal male, confrontano la propria vita con tutto ciò che è fuori. La strada è anche un importante luogo evangelico... nei tre anni della sua vita pubblica Gesù percorrerà in lungo e in largo le strade della Palestina, per strada incontrerà e si farà incontrare, la strada è il luogo privilegiato dell'annuncio, della missione.
I

n fondo fin dalla fanciullezza di Gesù ci sono episodi legati alla strada o quantomeno al cammino (ad es. quando durante il pellegrinaggio a Gerusalemme con i genitori si ''perde'' per parlare con i dottori del tempio..), che si richiamano immediatamente alla sua missione nel mondo. Attraverso la strada Gesù incontra il quotidiano dell'uomo... lo va a cercare.


Questo dovrebbe essere l'atteggiamento irrinunciabile di ciascun cristiano e della Chiesa intera: mettersi in cammino verso l'altro. Un cammino che non è solo legato ad un fatto motorio, fisico, ma che è soprattutto una condizione dello spirito, una dimensione di apertura e accoglienza dell'altro. Maria è un grande modello!

Anche oggi, nonostante l'aspetto urbanistico e la funzione sociale delle nostre strade siano cambiati, è possibile fare esperienza di Gesù per strada e lì trovarsi inaspettatamente e involontariamente di fronte ad occasioni di annuncio e testimonianza ai fratelli della bellezza del Vangelo.


Infine, non dobbiamo trascurare che la strada, almeno quella vissuta da Gesù, è un tutt'uno con la dimensione della compagnia... lui non va da solo ad annunciare la salvezza agli uomini, prima di partire sceglie dei compagni di viaggio, non perfetti, ma indispensabili e chiede loro di seguirlo fino alla strada del Golgota (percorre anche la strada del dolore).

Quest'anno sono privilegiate situazioni fortemente verosimili, perchè non solo a volte la realtà supera la fantasia, ma soprattutto perchè è importante far passare l'idea che è nel concreto del vissuto di ciascuno di noi che deve giocarsi l'annuncio del Regno di Dio. Gesù e la sua chiamata ad essere apostoli di gioia tra i fratelli non sono una bella favola ''inventata'' dagli educatori e dal don per tener buoni i ragazzi e non per non far seguire loro cattivi modelli; Gesù è una presenza viva qui e oggi e se lo si accoglie, viene a trasformare la storia personale di ciascuno.


Per questo i ragazzi, si mettono alla scoperta dei coetanei che come loro abitano le strade del quotidiano, per coglierne, attraverso l'ascolto, l'accoglienza, l'apertura all'altro, la ricchezza e la gioia di essere figli di Dio e amici di Gesù (mese del ciao); sono chiamati a scoprire le situazioni territoriali e sociali distanti da loro, favorendo occasioni di dialogo, di condivisione e di incontro all'insegna della pace (mese della pace); sono chiamati a vivere il proprio essere testimoni andando incontro agli altri, nello stile della corresponsabilità, testimoniando la bellezza dell'amicizia con Cristo e impegnandosi, in base ai doni ricevuti, alla realizzazione dl regno di Dio (mese degli incontri); ricercano forme di impegno che li rendano capaci di forme di attenzione nei confronti di tutti gli uomini e di continuare ad essere compagni di strada delle persone, che Gesù mette loro accanto (T.E.E.)

lunedì 24 settembre 2007

Cos'è l'Azione Cattolica dei Ragazzi?

Dai Documenti Ufficiali

... dal Progetto Formativo

cap. 5 pag. 73

In AC si viene accompagnati da un'azione educativa semplice e calda, che sa offrire risposte alle domande e che aiuta, soprattutto col suo stile, ad entrare a poco a poco nella vita della Chiesa: una famiglia più grande, dove portare l'attenzione per chi è piccolo. Questo percorso avviene con un coinvolgimento sempre più stretto della famiglia, prima responsabile dell'educazione dei figli.
... dallo Statuto A.C.I.

Articolo 16 comma 2

L'Azione Cattolica Italiana attraverso l'Azione Cattolica dei Ragazzi:

  • offre ad essi una organica esperienza di vita ecclesiale e di impegno missionario realizzata a misura delle varie età;
  • attua il suo compito formativo e missionario attraverso la vita di gruppi differenziati secondo le esigenze;
  • condivide con le famiglie e con la comunità ecclesiale l'impegno alla formazione umana e cristiana dei bambini e dei ragazzi, attraverso educatori, giovani e adulti di Azione Cattolica, specificamente preparati.

sabato 1 settembre 2007

Guestbook


…questo spazio è dedicato a te...