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Visualizzazione post con etichetta Cos'è l'AC. Mostra tutti i post
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domenica 30 dicembre 2007

Quali sono i settori?

La vita dell'Azione Cattolica ha come riferimento la comunità ecclesiale e come obiettivo la formazione dei laici a un impegno stabile e coerente nella Chiesa e nella società.

L'Associazione si configura, dunque, prima di tutto, come ambiente educativo e rivolge la sua attenzione ai ragazzi (dai 6 ai 14 anni), ai giovani (dai 14 ai 30 anni) e agli adulti. l’Associazione è suddivisa nei seguenti settori:

  • L’ACR Elementari e Medie per i più piccoli.
    Alterna attività formative, ricreative, espressive.
  • I Giovanissimi per i ragazzi delle Superiori.
    Per approfondire soprattutto l’amicizia e lo stare insieme in gruppo nel nome di Gesù Cristo.
  • I Giovani per quanti studiano o lavorano.
    Formazione e catechesi: questi i punti essenziali del cammino di questo gruppo.
  • Gli Adulti e Terza Età per le persone che vivono la propria fede nella famiglia e nel lavoro.
    Appuntamenti ed incontri tra familiarità e condivisione sono i punti fermi di questo settore.

Tutti sono presenza viva nelle attività della parrocchia e, tra limiti e buona volontà, cercano di essere testimonianza sincera della “buona novella”.

lunedì 10 dicembre 2007

Consiglio AC Parrocchiale

Gli Eletti per il Consiglio Parrocchiale per il triennio 2008-2011

  • Regina Navarro (Presidente)
  • Donatella Stello
  • Stefania Polo
  • Pietro Sorze
I responsabili dei vari settori
  • Vicepresidente Adulti: Donatella Stello
  • Vicepresidente Giovani: Stefania Polo
  • Responsabile ACR: Andrea Croin

domenica 30 settembre 2007

Cos’è l’Azione Cattolica?

Il Signore chiama i laici a vivere coerentemente con la fede cristiana, a partecipare alla nuova evangelizzazione della società. L'Azione Cattolica aiuta a rispondere a tale chiamata. E' una proposta formativa per i laici. Aiuta a star dentro il nostro tempo con amore, con responsabilità e senza timidezze.

Accompagna stabilmente la persona lungo le tappe della sua vita. Ha a cuore la crescita armoniosa. Aiuta a conoscere, amare, vivere e servire nella propria comunità parrocchiale. Sostiene nella vita quotidiana, nella famiglia, nell'educazione dei figli, nel lavoro, nella scuola, nel tempo libero, nella professione, nello sport, nell'impegno sociale e politico il cammino di santificazione del laico per il bene della Chiesa e del mondo.

Quale metodo educativo si prefigge?

La formazione è stata da sempre il cuore del nostro servizio: formazione come spazio in cui ogni persona può guardare in faccia i valori grandi della libertà e della verità, della giustizia e della solidarietà. Si impara a vivere da discepoli del Signore, ad amare la Chiesa e a servire la domanda di vita di ogni persona.

L'impegno formativo dell'AC si colloca in sintonia e continuità con quello della Chiesa più in generale e si sviluppa secondo linee specifiche e particolari: è esperienza comunitaria e intende promuovere legami socialmente ed ecclesialmente significativi; è scuola permanente per la maturità cristiana dei laici; è luogo di incontro, di mediazione e di riferimento per l'impegno dei laici nella storia.

STORIA DELL'AZIONE CATTOLICA

Nel 1867 Mario Fani e Giovanni Acquaderni danno vita alla “Società della Gioventù Cattolica Italiana”, che molti anni dopo prende il nome di Azione Cattolica. Il motto che sostiene il loro impegno, “preghiera, azione, sacrificio”, racchiude il programma cui si ispirano: la devozione alla Santa Sede, lo studio della religione, la testimonianza di una vita cristiana, l’esercizio della carità.

Nel 1923 si procede a ristrutturare complessivamente l'Associazione.
L’Azione Cattolica viene costituita in 4 sezioni: la Federazione Italiana Uomini Cattolici, la Società Gioventù Cattolica Italiana, la Federazione Universitari Cattolici Italiani, l’Unione Femminile Cattolica Italiana.

L’Azione Cattolica, durante il periodo fascista, è l’unica realtà extraregime che possiede la legittimità di operare in maniera più o meno autonoma.
Nel 1931 Mussolini, contravvenendo agli accordi precedentemente sanciti, ordina la chiusura dei circoli dell'AC; egli, infatti, coglie e teme la minaccia insita nell’attività formativa da essi svolta. I rapporti tra cattolici e regime si incrinano definitivamente dopo il sodalizio tra l’Italia e la Germania nazista.

All’indomani del secondo conflitto mondiale, la voglia di rinascita si unisce al desiderio, espresso in forme diverse nella società italiana, di ricostruire le basi democratiche del Paese. Risulta prezioso il contributo offerto dall’AC, e nello specifico dagli universitari ed intellettuali cattolici, alla stesura della Carta Costituzionale.
Negli anni del dopoguerra cresce il numero di adesioni: nel 1943 gli iscritti sono circa 2.500.000 e giungono nel 1959 a 3.372.000.

Il Concilio Vaticano II si fa interprete dell’ansia di rinnovamento che la anima. L’evento conciliare legittima pienamente il mandato alla missionarietà dei laici e, per la prima volta, parla espressamente dell’AC come scuola di formazione per un laicato responsabile, che fa proprio il fine apostolico della Chiesa.

Sono gli anni della presidenza nazionale di Vittorio Bachelet.
Nel 1969 l’AC si dà un nuovo statuto, nel quale si organizza la vita associativa attorno a due settori: giovani e adulti. Si ribadisce, altresì, la necessità, come associazione, di mettersi a servizio della Chiesa locale.
Prende corpo l’intuizione educativa dell’AC, l’ACR; facendo leva sul taglio esperienziale, si inaugura un modo nuovo di fare catechesi. Matura con maggiore consapevolezza il fatto che l’attenzione educativa debba trasformarsi in stile ed esperienza di tutta quanta l’associazione.

A metà degli anni ’80 si dà vita alla stesura del Progetto formativo apostolico unitario e si definiscono le metodologie ed i cammini formativi per le diverse età.

Il nuovo millennio si apre con una carica di novità e con una forte tensione verso il rinnovamento dell’associazione.
Durante l’Assemblea Straordinaria del 2003 si approva lo statuto aggiornato e si avverte l’urgenza di riscrivere il Progetto formativo, affinché il servizio alle singole comunità locali sia il riflesso di una Chiesa che sappia “inter-cedere”, sollecitando le domande di vita degli uomini e delle donne di questo inizio millennio.