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martedì 26 dicembre 2006

Bello, vero!?

IL BRANO BIBLICO - LUCA 9, 28-36

Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sè Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: -Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia-. Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: -Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo-. Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

LA DOMANDA DI VITA: AUTENTICITA'/ORIGINALITA'


La domanda di vita di quest'anno, nella ciclicità collegata al triennio della categoria, è una domanda di autenticità - originalità, nel nostro caso ''storicizzata'' attraverso il taglio dell'educazione alla bellezza e alla verità che desideriamo caratterizzi la proposta 2006-2007.

Sei vera/o... sei ''finta/o''... ?!
Una delle cose che danno più fastidio è la falsità, il cercare di presentarsi per quello che non si è, di costruirsi abilmente attorno ad un vuoto.
''Mi ha tradito'', ''mi ha preso in giro''.. scoprire la verità scandalizza tutti, anche i ragazzi, e molto spesso (troppo spesso) li delude, li rende infelici, incapaci di fidarsi.
Eppure mai come oggi viviamo nel relativismo: ''è vero quello che dici tu... ma anche quello che dico io'', in nome di una curiosa libertà e del rispetto di questa.
Mai come in questo tempo viviamo immersi in quello che solamente ''appare'' e ci si mostra ripreso da qualche obiettivo, rinchiuso in qualche scatola televisiva o foto di giornale e si impone a noi come la realtà.
E chi pensava (o pensa) di vivere tutti i giorni nella realtà è chiamato a votare, a schierarsi, a giudicare, a premiare ciò e chi gli sembra più ''vero''... ma in base a quale criterio?
Così quando la vita vera ci si presenta, a volte in tutta la sua durezza, noi non sappiamo più reagire, non abbiamo le parole, le risposte, e siamo facile preda del maremoto delle emozioni.
Davanti a questa esasperazione ci viene da chiederci: esiste davvero qualcosa su cui non si fa opinionismo... ma vale per tutti?

BELLO, VERO!?

Quando si parla di bellezza si parla inevitabilmente di ''attrazione'', pare che tutto nasca da lì e, volendo cominciare da qualche parte, perchè non partire proprio da questa dinamica che spinge uno sguardo (e non solo quello) a fermarsi, a volte a perdere il contatto con il resto del mondo per restare in quel legame e prolungarne l'effetto Perchè di ''attrazione'' spesso si parla anche nei Vangeli, raccontando l'effetto che l'uomo Gesù aveva sulle persone, ma che anche Lui stesso usava per sè: ''io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me''.
Una forza buona, che ci supera e vince ogni resistenza.
Ed è di questa forza attraente che l'ACR quest'anno vuole fare esperienza, salendo con Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor a contemplare il volto splendente di Gesù.
Una Iniziativa Annuale anomala quella che nasce dalla contemplazione - potrebbe pensare qualcuno che scàlpita per correre sulla via della missione e del servizio - eppure come ci è stato affidato da Giovanni Paolo II a Loreto, uno dei tre compiti essenziali da portare avanti come associazione.
Perchè la bellezza di quel volto trasfigurato, rimane da quasi due millenni, il riferimento intatto per chi cerca di conoscere e vivere nella Verità.

Forse la precisazione va fatta, ma la facciamo una volta per tutte, poi si cambia registro e quando si userà la parola ''bello'' non ci sarà possibilità di equivocare.
Intendiamo andare al di là delle definizioni quotidiane, di apparenza o di sostanza: la bellezza non è estetica, non è superficie, narcisismo a circolo chiuso, ma ciò che nelle cose materiali lascia trasparire una realtà superiore che è verità.
La bellezza è l'espressione di un' ''idea''. Ma l'unica ''idea'' che come lògos traspare in tutto, perchè tutto è stato creato per mezzo di Lui - e quindi è capace di riunire tutto il cosmo - è la persona di Cristo: di conseguenza, la bellezza è cristologica (vedi approfondimenti nell'Agenda dell'educatore)
Il percorso, che ci sta davanti nasce dalla contemplazione del Risorto, e nella continua attrazione a Lui, si apre alla ricerca, per scoprire e riconoscere nel quotidiano i segni di quella bellezza che il Signore ha seminato come fossero ''indizi''.

Nell'anno della Novità per l'ACR è di nuovo tempo di fissare lo sguardo su Gesù Cristo, fonte di ogni bellezza, Via Verità e Vita, offerta ad ogni uomo. Lui è il nuovo Adamo che ricrea una nuova umanità nel Battesimo, e a cui insegna la via dell'obbedienza al Padre. Tu sei bellezza, cantava S.Francesco all'Altissimo, ancora una volta un'attrazione infinita e dolcissima, Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene... quello che gli uomini di ogni tempo cercano per una felicità piena.

Anche i ragazzi dell'ACR intonano questo canto e in un tempo in cui il bello è solo chirurgia estetica, cosmesi e palestra... osano fare la domanda: ma è vero?
Perchè bellezza e verità vanno a braccetto: e ciò che non è vero, come può essere bello davvero?


La ricerca e l'esperienza di questo bello incontrato e vissuto è anima della missione, il bello va raccontato, va condiviso in una forma particolare: quella del vivere da ''trasfigurati''. Noi stessi, infatti, possiamo lasciar trasparire come cristallo, la luce di quel volto meraviglioso visto sul Tabor, perchè per Grazia di Gesù ne portiamo i tratti e come dice l'apostolo Paolo ''Con lui siete stati sepolti nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede e la potenza di Dio, che lo ha resuscitato dai morti'' (Col 2,12). Un racconto che si fa insieme, nella forma della comunità, che di quel volto d'amore ne è ancora oggi immagine, perchè solo nella comunità dei credenti la presenza eucaristica di Dio si fa viva e operante. Un patrimonio questo che ci chiede di recuperare quel ruolo già appartenuto al ''vecchio'' Adamo, per esserne i nuovi custodi.

Per questo i ragazzi, sviluppano uno sguardo attento al particolare, sanno cogliere i segni di bellezza nelle cose, nella storia e nelle persone (mese del ciao); vanno alla ricerca del vero e fanno spazio alla pace rendendo belli tutti i luoghi in cui vivono (mese della pace); danno forma allo stare insieme, testimoniando la bellezza della comunione in Gesù (mese degli incontri); custodiscono la bellezza... diffondendola! (T.E.E.)