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mercoledì 26 settembre 2007

AC Giovani a Verona


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ACR a Verona

SuPerStrada, Con Te!

IL BRANO BIBLICO - MATTEO 28, 16-20

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

LA DOMANDA DI VITA: PROSSIMITA' /ACCOGLIENZA


La domanda di vita di quest'anno, nella ciclicità collegata al triennio della categoria, è una domanda di prossimità - accoglienza, nel nostro caso ''storicizzata'' attraverso il taglio dell'essere chiesa missionaria che desideriamo caratterizzi la proposta 2007-2008.

Questa domanda racchiude in sè l'idea di chi si trova inserito nella realtà quotidiana, così varia, frenetica, contraddittoria, a volte problematica, della quale ciascuno certamente non ha totale consapevolezza, ma in cui ogni ragazzo cerca di percepire il suo compito nel quotidiano e l'importanza della sua presenza nella realtà. Si tratta della tipica situazione in cui il ragazzo sente di essere uno tra tanti, una persona in mezzo a tante altre, ma chiede di avere un ruolo, di comprendere il senso della sua presenza nei luoghi in cui vive, di prendere parte insieme agli altri alle situazioni quotidiane, nè da persona in primo piano, nè da spettatore, ma da corresponsabile. L'appartenenza del singolo ad un gruppo, ecclesiale o no, alla comunità cristiana non è esclusiva, ma comprende anche lui e lui si scopre parte indispensabile di un'unità più grande.

SUPERSTRADA, CON TE!

Su, forza, andiamo..! Chissà quante volte, dai nostri genitori, ci saremo sentiti ripetere questa frase quando eravamo ragazzi... magari perchè ci pesava muoverci dal luogo dove eravamo o perchè proprio non ci andava di camminare! Proprio questo invito a ''muoversi'' - ovviamente con toni e contenuti diversi - ci aiuterà, in questo anno associativo, a camminare spediti sulle strade della nostra vita.

Su, per strada! E' l'invito ad uscire dalle nostre certezze per andare incontro all'altro, per testimoniargli, con gioia nel cuore, tutto il nostro amore per il Signore! E' un invito rivolto a tutti i ragazzi dell'Acr perchè possano prendere consapevolezza di essere, come gruppo, missionari tra i loro coetanei, portando la gioia e la freschezza dell'essere amici con Gesù a tutti coloro che incontrano. Con te: perchè questa esperienza non va fatta da soli, e con la certezza della compagnia del Signore.

La strada


La strada è il luogo in cui ci si incontra o semplicemente ci si incrocia; è il luogo in cui si sta insieme o si passa dritti senza neppure guardarsi in faccia; il posto in cui si condividono giochi, discorsi, passeggiate, litigate, gioie, informazioni, ecc o non si condivide nulla, se non il percorso che ci porta a raggiungere una destinazione; è il posto in cui si impara a relazionarsi o si rimane soli con se stessi.


La strada rappresenta il luogo dell'ordinarietà, della quotidianità, è il raccordo tra la nostra casa e le altre case; le nostre certezze, abitudini, preoccupazioni e il resto del quartiere, nei confronti del quale magari nutriamo un certo sospetto; è il raccordo tra la soggettività di ciascuno e il resto del mondo; è la possibilità che mi viene data affinchè possa crescere con gli altri e prendere consapevolezza del mio io.
Paradossalmente la strada diventa anche il luogo in cui ci si può perdere, in cui la realtà si presenta nella sua forma più spietata, dove la logica della violenza regna sovrana ...


All'interno dei percorsi evangelici la strada è fondamentale: è il luogo in cui Gesù incontra le persone, le chiama, annuncia loro la salvezza, ma è anche il luogo in cui si cammina verso la Pasqua, dove i discepoli crescono nella conoscenza di Gesù, nella qualità della sequela.


Infine è il luogo in cui preparare l'incontro con Gesù: la strada è il luogo che dice la possibilità di un'esperienza di fede reale, un'esperienza di fede ordinaria che va oltre i recinti (spazio-temporali) del sacro. Non esiste un'unica strada, ma in ognuna di esse si può fare esperienza di Chiesa e incontrare Gesù nel prossimo... L'idea di Chiesa che il ragazzo sperimenta quest'anno è una Chiesa aperta, i confini della quale diventano invisibili, la Chiesa appare priva di porte e finestre, uno spazio che si espande sul territorio accogliendo ciò che esiste intorno e in cui la strada stessa diventa parte della Chiesa.

La strada che vogliamo intendere è sicuramente una strada reale, un luogo concreto, che appartiene alla vita quotidiana in cui i ragazzi si incontrano, fanno esperienza, sbagliano, imparano, intrecciano relazioni, superano alcune paure, diventano più forti o più vulnerabili, imparano a discernere il bene dal male, confrontano la propria vita con tutto ciò che è fuori. La strada è anche un importante luogo evangelico... nei tre anni della sua vita pubblica Gesù percorrerà in lungo e in largo le strade della Palestina, per strada incontrerà e si farà incontrare, la strada è il luogo privilegiato dell'annuncio, della missione.
I

n fondo fin dalla fanciullezza di Gesù ci sono episodi legati alla strada o quantomeno al cammino (ad es. quando durante il pellegrinaggio a Gerusalemme con i genitori si ''perde'' per parlare con i dottori del tempio..), che si richiamano immediatamente alla sua missione nel mondo. Attraverso la strada Gesù incontra il quotidiano dell'uomo... lo va a cercare.


Questo dovrebbe essere l'atteggiamento irrinunciabile di ciascun cristiano e della Chiesa intera: mettersi in cammino verso l'altro. Un cammino che non è solo legato ad un fatto motorio, fisico, ma che è soprattutto una condizione dello spirito, una dimensione di apertura e accoglienza dell'altro. Maria è un grande modello!

Anche oggi, nonostante l'aspetto urbanistico e la funzione sociale delle nostre strade siano cambiati, è possibile fare esperienza di Gesù per strada e lì trovarsi inaspettatamente e involontariamente di fronte ad occasioni di annuncio e testimonianza ai fratelli della bellezza del Vangelo.


Infine, non dobbiamo trascurare che la strada, almeno quella vissuta da Gesù, è un tutt'uno con la dimensione della compagnia... lui non va da solo ad annunciare la salvezza agli uomini, prima di partire sceglie dei compagni di viaggio, non perfetti, ma indispensabili e chiede loro di seguirlo fino alla strada del Golgota (percorre anche la strada del dolore).

Quest'anno sono privilegiate situazioni fortemente verosimili, perchè non solo a volte la realtà supera la fantasia, ma soprattutto perchè è importante far passare l'idea che è nel concreto del vissuto di ciascuno di noi che deve giocarsi l'annuncio del Regno di Dio. Gesù e la sua chiamata ad essere apostoli di gioia tra i fratelli non sono una bella favola ''inventata'' dagli educatori e dal don per tener buoni i ragazzi e non per non far seguire loro cattivi modelli; Gesù è una presenza viva qui e oggi e se lo si accoglie, viene a trasformare la storia personale di ciascuno.


Per questo i ragazzi, si mettono alla scoperta dei coetanei che come loro abitano le strade del quotidiano, per coglierne, attraverso l'ascolto, l'accoglienza, l'apertura all'altro, la ricchezza e la gioia di essere figli di Dio e amici di Gesù (mese del ciao); sono chiamati a scoprire le situazioni territoriali e sociali distanti da loro, favorendo occasioni di dialogo, di condivisione e di incontro all'insegna della pace (mese della pace); sono chiamati a vivere il proprio essere testimoni andando incontro agli altri, nello stile della corresponsabilità, testimoniando la bellezza dell'amicizia con Cristo e impegnandosi, in base ai doni ricevuti, alla realizzazione dl regno di Dio (mese degli incontri); ricercano forme di impegno che li rendano capaci di forme di attenzione nei confronti di tutti gli uomini e di continuare ad essere compagni di strada delle persone, che Gesù mette loro accanto (T.E.E.)

lunedì 24 settembre 2007

Cos'è l'Azione Cattolica dei Ragazzi?

Dai Documenti Ufficiali

... dal Progetto Formativo

cap. 5 pag. 73

In AC si viene accompagnati da un'azione educativa semplice e calda, che sa offrire risposte alle domande e che aiuta, soprattutto col suo stile, ad entrare a poco a poco nella vita della Chiesa: una famiglia più grande, dove portare l'attenzione per chi è piccolo. Questo percorso avviene con un coinvolgimento sempre più stretto della famiglia, prima responsabile dell'educazione dei figli.
... dallo Statuto A.C.I.

Articolo 16 comma 2

L'Azione Cattolica Italiana attraverso l'Azione Cattolica dei Ragazzi:

  • offre ad essi una organica esperienza di vita ecclesiale e di impegno missionario realizzata a misura delle varie età;
  • attua il suo compito formativo e missionario attraverso la vita di gruppi differenziati secondo le esigenze;
  • condivide con le famiglie e con la comunità ecclesiale l'impegno alla formazione umana e cristiana dei bambini e dei ragazzi, attraverso educatori, giovani e adulti di Azione Cattolica, specificamente preparati.

sabato 1 settembre 2007

Guestbook


…questo spazio è dedicato a te...

martedì 26 dicembre 2006

Bello, vero!?

IL BRANO BIBLICO - LUCA 9, 28-36

Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sè Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: -Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia-. Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: -Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo-. Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

LA DOMANDA DI VITA: AUTENTICITA'/ORIGINALITA'


La domanda di vita di quest'anno, nella ciclicità collegata al triennio della categoria, è una domanda di autenticità - originalità, nel nostro caso ''storicizzata'' attraverso il taglio dell'educazione alla bellezza e alla verità che desideriamo caratterizzi la proposta 2006-2007.

Sei vera/o... sei ''finta/o''... ?!
Una delle cose che danno più fastidio è la falsità, il cercare di presentarsi per quello che non si è, di costruirsi abilmente attorno ad un vuoto.
''Mi ha tradito'', ''mi ha preso in giro''.. scoprire la verità scandalizza tutti, anche i ragazzi, e molto spesso (troppo spesso) li delude, li rende infelici, incapaci di fidarsi.
Eppure mai come oggi viviamo nel relativismo: ''è vero quello che dici tu... ma anche quello che dico io'', in nome di una curiosa libertà e del rispetto di questa.
Mai come in questo tempo viviamo immersi in quello che solamente ''appare'' e ci si mostra ripreso da qualche obiettivo, rinchiuso in qualche scatola televisiva o foto di giornale e si impone a noi come la realtà.
E chi pensava (o pensa) di vivere tutti i giorni nella realtà è chiamato a votare, a schierarsi, a giudicare, a premiare ciò e chi gli sembra più ''vero''... ma in base a quale criterio?
Così quando la vita vera ci si presenta, a volte in tutta la sua durezza, noi non sappiamo più reagire, non abbiamo le parole, le risposte, e siamo facile preda del maremoto delle emozioni.
Davanti a questa esasperazione ci viene da chiederci: esiste davvero qualcosa su cui non si fa opinionismo... ma vale per tutti?

BELLO, VERO!?

Quando si parla di bellezza si parla inevitabilmente di ''attrazione'', pare che tutto nasca da lì e, volendo cominciare da qualche parte, perchè non partire proprio da questa dinamica che spinge uno sguardo (e non solo quello) a fermarsi, a volte a perdere il contatto con il resto del mondo per restare in quel legame e prolungarne l'effetto Perchè di ''attrazione'' spesso si parla anche nei Vangeli, raccontando l'effetto che l'uomo Gesù aveva sulle persone, ma che anche Lui stesso usava per sè: ''io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me''.
Una forza buona, che ci supera e vince ogni resistenza.
Ed è di questa forza attraente che l'ACR quest'anno vuole fare esperienza, salendo con Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor a contemplare il volto splendente di Gesù.
Una Iniziativa Annuale anomala quella che nasce dalla contemplazione - potrebbe pensare qualcuno che scàlpita per correre sulla via della missione e del servizio - eppure come ci è stato affidato da Giovanni Paolo II a Loreto, uno dei tre compiti essenziali da portare avanti come associazione.
Perchè la bellezza di quel volto trasfigurato, rimane da quasi due millenni, il riferimento intatto per chi cerca di conoscere e vivere nella Verità.

Forse la precisazione va fatta, ma la facciamo una volta per tutte, poi si cambia registro e quando si userà la parola ''bello'' non ci sarà possibilità di equivocare.
Intendiamo andare al di là delle definizioni quotidiane, di apparenza o di sostanza: la bellezza non è estetica, non è superficie, narcisismo a circolo chiuso, ma ciò che nelle cose materiali lascia trasparire una realtà superiore che è verità.
La bellezza è l'espressione di un' ''idea''. Ma l'unica ''idea'' che come lògos traspare in tutto, perchè tutto è stato creato per mezzo di Lui - e quindi è capace di riunire tutto il cosmo - è la persona di Cristo: di conseguenza, la bellezza è cristologica (vedi approfondimenti nell'Agenda dell'educatore)
Il percorso, che ci sta davanti nasce dalla contemplazione del Risorto, e nella continua attrazione a Lui, si apre alla ricerca, per scoprire e riconoscere nel quotidiano i segni di quella bellezza che il Signore ha seminato come fossero ''indizi''.

Nell'anno della Novità per l'ACR è di nuovo tempo di fissare lo sguardo su Gesù Cristo, fonte di ogni bellezza, Via Verità e Vita, offerta ad ogni uomo. Lui è il nuovo Adamo che ricrea una nuova umanità nel Battesimo, e a cui insegna la via dell'obbedienza al Padre. Tu sei bellezza, cantava S.Francesco all'Altissimo, ancora una volta un'attrazione infinita e dolcissima, Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene... quello che gli uomini di ogni tempo cercano per una felicità piena.

Anche i ragazzi dell'ACR intonano questo canto e in un tempo in cui il bello è solo chirurgia estetica, cosmesi e palestra... osano fare la domanda: ma è vero?
Perchè bellezza e verità vanno a braccetto: e ciò che non è vero, come può essere bello davvero?


La ricerca e l'esperienza di questo bello incontrato e vissuto è anima della missione, il bello va raccontato, va condiviso in una forma particolare: quella del vivere da ''trasfigurati''. Noi stessi, infatti, possiamo lasciar trasparire come cristallo, la luce di quel volto meraviglioso visto sul Tabor, perchè per Grazia di Gesù ne portiamo i tratti e come dice l'apostolo Paolo ''Con lui siete stati sepolti nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede e la potenza di Dio, che lo ha resuscitato dai morti'' (Col 2,12). Un racconto che si fa insieme, nella forma della comunità, che di quel volto d'amore ne è ancora oggi immagine, perchè solo nella comunità dei credenti la presenza eucaristica di Dio si fa viva e operante. Un patrimonio questo che ci chiede di recuperare quel ruolo già appartenuto al ''vecchio'' Adamo, per esserne i nuovi custodi.

Per questo i ragazzi, sviluppano uno sguardo attento al particolare, sanno cogliere i segni di bellezza nelle cose, nella storia e nelle persone (mese del ciao); vanno alla ricerca del vero e fanno spazio alla pace rendendo belli tutti i luoghi in cui vivono (mese della pace); danno forma allo stare insieme, testimoniando la bellezza della comunione in Gesù (mese degli incontri); custodiscono la bellezza... diffondendola! (T.E.E.)